A qualcuno piace caldo… ma non alle matite da make up. Le alte temperature sono una sfida per i prodotti cosmetici in tutti i formati, ma quando si crea una mina è ancora più importante trovare il giusto equilibrio fra texture, effetti e resistenza alle temperature. Il nostro team R&D ha studiato varie soluzioni e le matite Confalonieri passano sempre la “prova del fuoco” prima della produzione: non è semplice, ma possiamo ottenere prodotti che sopportano il caldo senza perdere l’aplomb.
Quando le temperature si alzano, le matite per il make up rischiano di incontrare diversi guai, se composizione e ingredienti non sono studiati al meglio. Il calore infatti compromette la stabilità della mina e questo può creare diversi effetti negativi.
Per prevenire l’effetto “ghiacciolo al sole”, in fase di studio della formula bisogna prestare particolare attenzione ad alcuni componenti della mina. Gli oli e alcune cere basso-fondenti sono gli ingredienti più sensibili al calore, ma il discorso vale in generale per molti prodotti di origine naturale. Rispetto alle materie prime di origine sintetica, infatti, i prodotti naturali sono meno stabili e riproducibili: le eccellenti proprietà intrinseche li rendono molto allettanti, ma vanno maneggiati con attenzione.
Quindi è impossibile creare una matita che regga bene le alte temperature? No! Fondamentale è costruire una combinazione di materie prime che sia stabile in partenza: bisogna selezionare ingredienti che abbiano caratteristiche strutturali affini, così da prevenire problemi di compatibilità che il calore non farebbe che aggravare.
Scegliamo poi gli oli e i burri che siano meno inclini a irrancidire, evitando quelli meno stabili.
Partendo da una matita con un’ottima stabilità e una bella performance a temperatura ambiente, andremo a rafforzare la resistenza al calore. Come? Aggiungiamo componenti che rafforzano la struttura chimico-fisica dei cosiddetti legami deboli e danno quindi “solidità” alla mina quando la temperatura sale.
Il miglior modo per verificare la tenuta è la “prova del fuoco”: in fase di studio e nelle produzioni pilota tutte le nostre formule vengono testate in stufa a 37 gradi, con picchi di calore fino a 45 gradi. Per finire, facciamo anche un’analisi di stabilità al freddo, fino a -4 gradi: le basse temperature sono meno problematiche, ma possono comunque creare qualche intoppo nella resa delle matite.
Per andare sul sicuro abbiamo creato intere linee a prova di caldo (e freddo): è il caso della nuova Colibrì, che propone prodotti scorrevoli, morbidi ma studiati per mantenere il pay off anche a basse e alte temperature. Abbiamo testato tutte le matite in stufa, oltre che in frigo, e il laboratorio ha emesso il verdetto: nessuna differenza significativa fra i prodotti sottoposti a stress termico e quelli tenuti a temperatura ambiente.
Volete saperne di più sulle nostre matite più “calde”? Scrivete a